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Paola – Aprile 1983 I miei occhi guardano i miei occhi di carta, separati dallo guardo. L’immobilità, tacita compagna del silenzio, trasferisce l’immagine nella serenità di remote mattine. In primo piano, un volto di carne generante e i miei occhi azzurri sprofondano nell’azzurro degli occhi di mio padre. Colori vivi, vibranti, ricostruiscono il suo ritratto. Perché ritrattare un legame che non si conclude con la morte?

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